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La Tiricca - di Enrico Martini

Un potente talismano, un prodigioso feticcio spressivo, una surreale astronave sulla quale andare alla ricerca del senso dell’univrso, dell’uomo, della sua vita stessa. Così è per Luca Noce la tiricca, materializzazione della sua sensibilità artistica, fedele testimone dell’evoluzione del suo creatore.
Dal ’93 (da quando procede la sua ricerca) ad oggi, gli oli e gli acrilici, su tela e su tavola, sono stati ora peccato, ora madre, ora Gesù e adesso magnetica spirale, mantenendo inalterati ricchi simbolismi di fondo: richiamo etnico all’amatissima Terra Madre Sarda – dove questo particolare dolce è nato – immagine di sacralità, corpo e sangue di Cristo – dal pane e dal vino che ne costituiscono gli ingredienti – ma anche, ad un tempo profana serpe che si morde eternamente la coda. Tiricca o laica ostia d’anelito alla conoscenza, spirale che racchiude in sé Bene e Male, secolare e trascendente, Nulla e Tutto.
Stagliata negli intensi blu di sospensione come perfette fonti di luce o dolorosamente ferite e sanguinanti come nell’Autoritratto spirituale: l’Eucarestia, le tiricche sembrano poter essere capaci di trasmettere un sapore lontano e misterioso così come la luce delle stesse racconta una storia già avvenuta ben prima che nascessimo.
In questo scorcio di 2002, nel pieno di un doloroso passaggio per l’umanità, la mostra di Luca Noce è u prezioso contributo alla libera ricerca spirituale in dichiarato contrasto con la contingente pulsione all’effimero che caratterizza il nostro tempo "per ritrovare l’anima di quelle domande che accompagnano l’animale umano fin dal momento della sua insorta autocoscienza". E allora prendiamoci il nostro tempo e ricominciamo a scrutare il cielo: guardando bene c’è una tiricca di significati per ognuno di noi.